Bİ TEBESSÜM HALİNDE - CON UN SORRISO


Engin Akyürek e Ahmet Tansu Taşanlar mostrano il n. 3 della rivista Kafasına Göre

Racconto di Engin Akyürek dal n. 3 di Kafasına Göre - agosto/settembre 2015 - 


Bi tebessüm halinde è uno dei racconti presenti anche in Sessizlik, il primo libro pubblicato da Engin nel 2018.

 

Il telefono stava squillando incessantemente. Le mie mani e le mie braccia formicolavano. Era come se fossi fatto di cemento e legno e un chiodo da quindici mi stesse tenendo uniti il collo e il busto. Come il corpo di Pinocchio era di faggio e la sua anima di macchia mediterranea, le mie mani erano schegge nelle mie braccia e le mie dita si stavano consumando sul tasto "sì" del telefono. Anche se i palmi delle mani stavano sudando, stavo colpendo il mio collo nodoso con i polpastrelli, trasformando il mio corpo in un laboratorio di falegnameria. Più sentivo cosa mi stava succedendo, più amavo Pinocchio, ma maledicevo il maestro che lo aveva fatto… Come aveva potuto sistemare un naso così… Non stavo pensando al lato fiabesco della bugia, ma al suo equivalente nella vita reale. Dopo dodici chiamate perse stavo rispondendo al telefono, mettendo fine alla melodia che aveva trasformato il mio corpo in una falegnameria.

All'altro capo del telefono c’era il mio vecchio amico Hakan, che avrebbe continuato ad essere ancora un vecchio amico nel presente e anche in futuro. Ascoltavo Hakan e lunghi silenzi si inserivano tra i miei ascolti.

Sapevo a memoria cosa stava per dirmi… Le vecchie amicizie si riconoscono dai silenzi che si insinuano nelle conversazioni… Sapevo cosa mi sarebbe successo e iniziai a pensare, tra me e me, alla bugia che gli avrei detto. Il mio cervello stava diventando un palcoscenico e il mio lobo sinistro un attore senza talento, ma non sarei stato in grado di recitare questo ruolo… Hakan amava Aslı, Aslı ed io eravamo ottimi amici ed eravamo amici di Hakan.

Hakan stava per entrare in azione stasera, volendo interpretare il finale di stagione di una confessione d'amore che non poteva essere detta o fatta. Non c’era bisogno di sapere la fine della storia, Aslı se ne stava andando… abbellendo le sue intenzioni con la frase: "Vado a studiare". “La ragazza sta partendo fratello, le racconterò tutto a cena" mi stava dicendo la voce di Hakan all’orecchio, come quella di tutti gli amanti che hanno paura di perdere il loro amore. Non potevo contare sul silenzio come un salvatore e non parlare.

“Hmm,” dissi, aspettando che la sua frustrazione si placasse.

“Hmm” stava diventando la parola più epica del mondo, associata al ritmo cardiaco di Hakan.

Mentre la batteria del mio telefono si stava esaurendo, stavo dicendo di nuovo "hmm" ma questa volta con un’unica “m”, assomigliando così agli animali che aspettavano nel mercato sacrificale.

Avevo persino pensato a dove e a che ora avremmo cenato e alla posizione geografica di ciascuno di noi a tavola. Dopo un bel po’ di sms e spunte di lettura avevo organizzato tutto. La nostra tavola rotonda, formata da un amico, un amante e me era pronta a qualsiasi cosa. Io non stavo parlando molto, Hakan, invece, taceva con la bocca e parlava con il cuore, con un atteggiamento che si addice alle persone che soffrono per amore.

Come una guida turistica, Aslı stava raccontando i dettagli della città in cui sarebbe andata e stava già facendo del fuso orario l'argomento principale della tavola. Il tempo passava, la conversazione si riscaldava e Hakan si faceva più taciturno. Mentre Aslı stava descrivendo i musei che avrebbe visitato, tra due piazze e tre mostre disse che c’era una nuova persona nella sua vita. Lo stato d'animo derivante dal sentire certe cose, la stava promuovendo da agente turistico a donna. Hakan, come se avesse sentito l'ultima frase di Aslı in cinese, continuava a infilarsi in bocca enormi pezzi di carne grassa che aveva tagliato con il coltello. E io dissi di nuovo "hmm". Mi stavano piacendo gli "hmm"... Stavo guardando Hakan di nascosto ed era come se stessi leggendo le pagine del copione che avevo già letto più e più volte…

Tutto stava cominciando a farsi silenzioso, tutti tacevano mentre i suoni delle posate si trasformavano nel suono del ritmo cardiaco di Hakan. Stanco di quello che sapevo e di quello che stavo per vedere, anche io mi infilai la carne in bocca. Stavo rivolgendo i miei "hmm" alla carne o alla situazione stessa? "Hmm" stava diventando il riassunto della serata. Aslı stava raccontando dell'uomo di cui si era innamorata, di come la facesse stare bene e che l'avrebbe anche raggiunta all'estero e il nodo in gola di Hakan gli stava togliendo il fiato. Stavamo memorizzando il volto dell'uomo di cui Aslı parlava e, con il sapore del succo di rapa piccante che dominava le nostre bocche, saremmo potuti andare ad ucciderlo. Il viso di Hakan stava diventando strano a causa del disagio provocato al suo cuore; l'espressione del suo volto somigliava allo sguardo sereno dei grandi santi e dei poveri contadini che avevano visto Hızır Aleyhisselam1.

 Quando il cameriere portò il conto, Hakan ci diede una pacca sulla mano e pagò tutto, con la follia che si addice a chi sta soffrendo per amore.

Pensando che tutte le sofferenze umane fossero le sue, era entrato in empatia con il cameriere e con tutte le cose piene di zeri. La parola chiamata calma in quel momento stava regnando sul tavolo, respirando silenziosamente. Mentre venivano serviti i nostri tè in omaggio, con un pallido sorriso che attribuiva ai tè l'importanza di segnare la fine della nostra cena, Hakan  guardava Aslı e sembrava che stesse confondendo il tintinnio del bicchiere in cui mescolava lo zucchero con il ritmo del suo cuore. Non c'era bisogno di conoscere la fine della storia. Più guardavo la faccia di Hakan, più capivo che questo era lo stato più innocente di un uomo. Con un sorriso…

 

                                                                                 Engin Akyürek

 

1 Durante i momenti difficili, vedere in sogno Hızır Aleyhisselam si pensa che possa alleviare i problemi, con il permesso di Allah.



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