DÜŞ OLUP DÜŞTÜM DÜŞLERİMİN PEŞİNE - SONO CADUTO IN UN SOGNO INSEGUENDO I MIEI SOGNI
Racconto di Engin Akyürek dal n. 1 di Kafasına Göre - aprile/maggio 2015 -
Traduzione in italiano
Il mio sonno profondo e operoso finisce il suo turno nel letto e, come un
guardiano notturno, lascia il servizio a pulci con cappelli e fischietti intorno
a me. I fischi delle pulci e il loro circolare nel mio corpo come dei randagi,
coprivano i luoghi più osceni del mio sonno e le parti più intime dei miei
calzoncini dalmata. Mentre il mio sogno si perdeva tra gli spazi bianchi e neri
dei miei calzoncini dalmata, perfino le fate nelle fiabe e le fanciulle brune
dalle gote rosee stavano svanendo senza nemmeno guardarmi in faccia. Dentro di
me stavo pensando “Pulci traditrici!” ma tutto si è perso e si è dissipato
come una nuvola di polvere.
Ho visto tante civiltà, ho combattuto tante battaglie, ho parlato con tanti re nei miei sogni, ma se potessi ricordare e scriverne la fine, il libro che sto scrivendo diventerebbe un bestseller. Per esempio, una volta ho giocato a tavla1 con Socrate per una lattina di gassosa: "Giochiamocela per un Fruko2" gli ho detto, mentre guardavo un doppio sei. Ma non mi ricordo chi ha vinto, credo che le pulci me l'abbiano impedito. Sebbene il giocare a tavla con Socrate avesse portato un'armonia filosofica tra i momenti pulciosi e pruriginosi del mio sonno, il lancio dei dadi di Socrate descriveva in modo ostentato il suo spirito pratico, perché giocava in modo conforme alla sua razionalità, come se stesse costruendo un’antica città greca. Credo che Socrate abbia vinto la gassosa, così mi sono alzato e gli ho detto: "Socrate, stai imbrogliando con quei dadi, vai a insegnare alla mia gente la tua sapienza innata." Forse, Socrate si è arrabbiato con me per quello che gli ho detto e ha imprecato, grattandosi la barba che ho visto in qualche libro di filosofia.
La fine del mio sogno con Socrate era ovvia, ma anche se lo era, la curiosità suscitata dentro di me dai finali che non ricordavo, non poteva fare a meno di preoccuparmi; così i miei sogni stavano camminando tra paura e risveglio, giudicandomi tutto il giorno con la pena dell’ergastolo. Dovevo caricare il cervello durante il sonno o installare una videocamera tra i miei recettori? Almeno si sarebbero accomodati e avrebbero visto che diavolo facevo a colazione e di notte e, se non ci fosse stato qualcosa di troppo profano, avrebbero chiamato anche gli amici a sorseggiare il tè delle nostre teiere e avrebbero anche raccontato in modo semplice, come narratori meddah3, i sogni che non avevano potuto vedere.
Se va così, non sarò in grado di finire questo libro. Forse non dovrei scrivere della tavla che ho giocato con Socrate e dovrei spingerlo tra i dizionari di filosofia nel periodo medievale? In questo modo avrei anche la mia rivincita…
E’ meglio che io scriva una storia d'amore: lascia che il protagonista si innamori della bella ragazza del quartiere e che suo padre, un uomo cattivo, non approvi questo amore… Ma sarebbe una storia molto comune… E’ meglio che racconti della mia ragazza, che ho sognato l’altro giorno. Non ricordo se era bella o se l'ho baciata, ma ricordo solo che il mio corpo tremava, le molle del letto si infilavano qua e là e la nostra prima conversazione in cui lei ha parlato per prima:
"Ciao"
"Ciao"
"Ti amo"
"Bene, questo è solo un sogno"
"Certo che è solo un sogno, altrimenti come potresti dire che mi
ami?"
"Se lo vuoi così tanto, lascia che te lo dica ancora. Ecco, ti
amo"
"No, non voglio"
"Va bene, come vuoi"
"Ma come ti chiami?"
"Che importanza ha il mio nome? Io conosco il tuo"
"Quindi, non mi vuoi dire il tuo nome?"
"Chiamami la ragazza dei sogni, è abbastanza"
"Va bene, ti chiamerò la ragazza dei sogni"
"Potresti baciarmi se vuoi"
Proprio in questa parte del mio sogno, come un idiota, mi sono alzato, ho
bevuto acqua, sono andato in bagno, ho sbattuto la testa contro la porta tre
volte e mi sono perso nelle zone calde del piumone imprecando. Probabilmente ho
scambiato un’atmosfera romantica con il grande evento urinario, accompagnato
dal suono dello sciacquone. Ma ho continuato
"E' cosi importante per te? Guardami con attenzione"
"Sto guardando"
"Non sono bella?"
Come se avessi esiliato la parola romanticismo, il mio rotolarmi nel letto e le dita dei piedi alla ricerca di un posto più caldo hanno rovinato tutto.
"Potremmo vederci nella vita vera?"
"Non lo so"
"Ma tu non sai mai niente!"
"lo sto per svegliarmi"
"Verrai anche domani?"
"Non lo so…"
"Allora parliamo ancora un po’"
"Vuoi andare a mangiare un dolce come due innamorati del liceo?"
"E dove potremmo trovare una pasticceria a quest'ora del mio sonno"
"Dai su, forse una la troviamo. E non scordartelo, io sono la ragazza
dei sogni e con me potrai andare anche nei luoghi del tuo subconscio"
Il sole aveva finalmente deciso di venire alla luce penetrando la parte di pizzo della mia tenda e la ragazza dei sogni era già svanita davanti ai miei occhi, come una nuvola di fumo.
"Ragazza dei sogni, dove sei? Dannazione, se n’è andata via di nuovo".
Come sempre, la sognante sinfonia del mio sonno si era persa in un pozzo cieco. Mi dispiace di non aver potuto baciare la mia ragazza di cui non ricordo il volto… mi domando anche come farò a scrivere questa storia d'amore. Continuo a pensare a lei: era carina? Se uscissi per le strade e cercassi la sua ombra sui marciapiedi o cercassi di trovare il suo sguardo tra quelli freschi e frizzanti dei venditori di simit, riuscirei a trovarla? Magari ci incontreremo sullo stesso autobus, lei vorrà sedersi e io, guardando i volti degli anziani, le cederò il posto. Non può essere nemmeno questo… diventerà un sogno nel mio sogno, forse si poserà vicino a me con le sue ali, chi lo sa? Se non avete nulla da fare, pensate a questa ragazza fino a quando vi addormentate… Dannazione, forse questa ragazza dei sogni è una brutta zitella pettegola, che vaga nei sogni delle persone e ci prova con tutti?
Engin Akyürek
1 Tavla: backgammon
2 Fruko: nota azienda
turca che ha prodotto una bibita simile alla gazzosa fino alla fine degli anni
novanta ed è stata poi venduta alla Pepsi Cola.
3 Il significato
letterale di meddah è una persona che loda molto e, in origine era riferito a
persone che lodavano il tempo di Maometto; oggi si è trasformato in una persona
che racconta una fiaba popolare, eventi della vita quotidiana, racconti, poemi
epici, storie e leggende di fronte a una comunità.

Commenti
Posta un commento