SEVGI - AMORE

 

Copertina di Kafasına Göre per il racconto di Engin Akyürek intitolato Sevgi - Amore

Racconto di Engin Akyürek dal n. 56 di Kafasına Göre - maggio/giugno 2024


In memoria di Paul Auster…


Avevo sedici anni quando ti ho incontrata. Era passato un anno da quando mi ero fatto la barba con un rasoio e avevo fatto sanguinare il mio volto. Non sapevo che crescendo, le zone soggette a sanguinamento sarebbero diventate più profonde e la vita avrebbe colpito il mio cuore e la mia anima come un rasoio. Oltre ricordare tutto ciò che riguarda te, ho aggiunto nuovi ricordi ad ogni dettaglio. Nella maggior parte dei casi inventavo quei ricordi e tu te ne appropriavi, ridevi con me e a volte piangevi di nascosto, senza farmelo capire. Quella cosa chiamata amore era qualcosa così: tu la chiamavi passione e io, ogni volta, amore…1 

A diciotto anni ci saremmo sposati, a neanche un anno da quando ci eravamo conosciuti. Non era necessario prolungare; come ho sempre detto, l'amore era una cosa del genere, se lo avevi trovato, a chi giovava manometterlo, piegarlo, stravolgerlo… Avevo un'abitudine che risaliva alla mia infanzia: qualcosa era o non era affatto, trovare un compromesso e accontentarsi di poco non faceva per me. Se ami qualcuno, dovresti rispettare e prenderti cura di ciò che senti con tutte le cellule del tuo corpo, come se poi dovessi fornire un resoconto completo delle tue emozioni. Non ho mai rincorso le cose che non ho avuto il coraggio di fare, perché non tutte le conoscenze e le emozioni portavano alla felicità. 

Il mio viso si era abituato alla barba che cresceva. Al compimento dei diciotto anni, dopo aver chiesto ufficialmente la tua mano, ci saremmo fidanzati e poi sposati immediatamente senza attendere oltre. Non sarebbe passato un anno che avremmo avuto anche un figlio. Eravamo i soggetti di un argomento su cui tutti - madri, padri, parenti, chiunque avesse qualcosa da dire - avrebbero potuto esprimere un'opinione. Ma il mio peggior scenario è stato questo: se non ti avessero concessa a me, ti avremmo rapito e, vivendo in un posto dove nessuno poteva trovarti, avremmo lavorato e studiato allo stesso tempo. Volevo che tutto fosse degno del nostro amore e dell'umanità.

Ma un silenzio è calato nel mezzo di tutti i nostri piani. Penso che te lo ricorderai… non ricevetti tue notizie per molto tempo.

In situazioni del genere, conoscenti e parenti che creano scompiglio appaiono subito e frasi come "No, la ragazza era già riluttante" e "Oh, signore, chi fa questo ora, chissà cosa farà in futuro" oppure "Queste cose non dovrebbero succedere alla vigilia del fidanzamento" non solo creavano disordine, ma incendiavano anche il mio cuore.

La tua porta era chiusa a chiave e appariva fredda e spaventosa come un muro invalicabile. Le note che lasciavo all’ingresso della porta, come il mio cuore, si erano gonfiate con il tempo, ma nonostante la pioggia e il vento trovavano un varco dove nascondersi.

Poi un sussurro che ruppe il silenzio portò notizie da te. Prima dissero che eri malata, che eri in ospedale, ma cosa ti fosse successo, in quale ospedale fossi ricoverata, nessuno lo sapeva. Non ricordo cosa ho fatto e come l'ho trovato, in questi casi un parte del corpo di cui non ero consapevole aveva preso il controllo. Corsi così veloce da non poter correre di più e dissi tutto quello che potevo dire tutto d'un fiato. Chiesi di te in tutti gli ospedali e nei pronto soccorso della città. 

Vidi tuo padre, che stava riflettendo profondamente, seduto su una panchina di legno. Quando vidi il suo sguardo, non ebbi bisogno di fare domande, qualsiasi cosa avesse detto il dottore, era appesa parola per parola nei suoi occhi. Avresti vissuto al massimo ancora un anno, questa era l'informazione data a tua madre, a tuo padre e a me. Un mese dopo, quando sei uscita dall'ospedale, sono venuto da te tutti i giorni; mentre tu eri a letto malata, io ti raccontavo i nostri sogni sul nostro futuro e tu mi accompagnavi con il sorriso nascosto nelle tue fossette. Ricorderai cosa avevano fatto i miei per farmi rinunciare al matrimonio… “Si potrebbe mai sposare una ragazza che morirà entro un anno?” Dicevano che avrei fatto un torto a me stesso, che avrei sprecato la mia giovinezza… Tra i tuoi invece c'era un sentimento indefinito… di fronte alla morte non poteva germogliare alcun sentimento riguardante il futuro.

Ma con forte ostinazione stavamo per celebrare quel matrimonio: la richiesta formale della mano della ragazza, il fidanzamento e il matrimonio si svolsero in una settimana. Invitammo tutto il vicinato al matrimonio, a dispetto di tutti ballammo entrambi e servimmo persino pollo e riso. Sentirai questo per la prima volta ma… ti ricordi quando sono sparito al matrimonio? Andai in bagno con un grande sorriso sul viso e piansi finché le mie corde vocali non si spezzarono. Man mano che il batterista batteva le bacchette sul tamburo, l'acqua sgorgava dai miei occhi e dalla mia bocca come una pompa a movimento alternato.2 Dopo aver appreso della tua malattia non avevo mai pianto, sarei stato forte e ti avrei sostenuto, ma ciò che avevo accumulato dentro di me era uscito lentamente da qualche parte e proprio in un momento inatteso, durante il nostro matrimonio. Per tutta la mia vita, non ho mai dimenticato il mio pianto in bagno, come se fossi diventato un uomo e fossi cresciuto proprio lì. In quel momento la mia barba rada e la mia voce erano diventate più profonde.

Dopo il matrimonio fu come se ci fossimo dimenticati della tua malattia, io sono entrato alla facoltà di legge e tu sei rimasta incinta. Ricevevamo costantemente consigli di medici e pareri di esperti. Il tempo passava, il tuo ventre cresceva e le nostre paure aumentavano. Io andavo a scuola e di notte lavoravo. Lottando contro ogni difficoltà legata al tempo, hai dato alla luce nostra figlia Leyla e, due anni dopo, nostro figlio Levent. Non parlavamo della tua malattia se non per piccoli controlli; i medici e coloro che ci conoscevano dicevano che si trattava di un miracolo. Noi non eravamo sorpresi, ma eravamo molto felici poiché sentivamo che sarebbe andata così. Finii la scuola e diventai avvocato. Anche tu avevi vinto un posto alla facoltà di architettura. Stavamo vivendo tutto ciò di cui avevamo parlato all'età di sedici anni, come se il tempo non fosse esistito.

La vita a volte non smetteva di agitare il rasoio e lacerare tutta la tua carne, ma al momento giusto fasciava le tue ferite sanguinanti, permettendoti in qualche modo di continuare a vivere. Era come se la tua malattia ci avesse permesso di ritrovarci e realizzare i nostri sogni. Forse si sarebbe perso, spezzato, il nostro amore sarebbe diminuito, i nostri sogni sarebbero rimasti nei nostri ricordi, ma non è stato così…

Quando leggerai quello che ho scritto, avrò lasciato questo mondo, ci sono tante cose da scrivere e da dire alla fine dei sessant' anni, ma non avrei potuto vivere per tanti anni ed essere felice, senza il tuo amore. Ti ho amato così tanto…

La signora Ayşen piegò il foglio scritto da suo marito e fece un respiro profondo. Sulla busta non c'era la data, non riusciva a capire quando era stata scritta. Avrebbe voluto piangere, le si riempirono gli occhi di lacrime e avrebbe potuto piangere per giorni se si fosse lasciata andare, ma glielo aveva promesso. Si preparò a indossare i suoi vestiti migliori e ad andare al funerale del suo amore.

                                                                                     Engin Akyürek               


Qui vengono utilizzati prima il termine 'aşk' (che è l'amore passionale e romantico) e poi il  termine 'sevgi' (che indica l'amore in un senso più generale e forse più profondo e duraturo). La riflessione suggerisce una distinzione tra i diversi modi di interpretare e vivere l'amore.

Quelle vecchie pompe d'acqua manuali che funzionano agendo su e giù su una leva.

Commenti

  1. Favolosa la mente di questo uomo🤍

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    1. La sua mente è un vulcano e la sua sensibilità è infinita 🤍​

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